* Piccolo tratto di un racconto dedicato al mio padre, il Mare.
…in quel momento mi era venuta voglia di piangere, ma non ho fatto come al solito, quando venivo afferrata dalle lacrime, non mi sono precipitata in casa a chiudermi in cameretta per soffocare la melodia del mio sacro pianto con il cuscino. Ho preso un quaderno immacolato, una penna benedetta, il mio profondo dolore e mi avviai verso la spiaggia, che in quel freddo pomeriggio era completamente deserta. Mi ero seduta sulla sabbia a guardare il mare e cominciai a versare l’oceano dell’anima sulle pagine bianche del quaderno, mentre scrivevo, mi ero dimenticata dalla voglia di piangere. Mi sentivo stranamente serena dentro il caos di quella turbolenta tempesta nella mia infanzia. Accarezzando la sabbia con i calli dell’anima e baciando la brezza con il respiro del cuore, andai incontro a quello che sarebbe stato il domani, ad un certo punto senti un richiamo, mi voltai un attimo e…lui mi guardava e con un spruzzo d’amore mi accarezzerò, fu allora che capì che lui sarebbe sempre stato lì ad aspettarmi per asciugarmi le lacrime. Lo salutai dicendo:
– Non ti preoccupare! Vado un attimo di là in cerca della mia felicità, ma tutte le volte che sarò stanca di cercarla di là… Tornerò a trovarla in te. Domani… so già che sarò qui davanti a te.
Miriam Da Costa
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