é meglio non usarle
per donarle il tutto del silenzio.
Miry
Miry
Liberamente sciolta
divento agonizzante
se provo
in versi liberi e sciolti
a riprendere l’origine delle cose
mi sento dentro loro e fugo
tuffandomi dentro il loro nocciolo
come un rasoio nell’aria
a tagliare il vento
che poi si lancia e si colpisce a terra
frantumando parole e profondità
non posso rimanere attaccata
alla natura come una stampa
e rapresentarla nel disegno
che di lei compongo
che di lei immagino
che di lei faccio
ma posso essere possibilità
del possibile
in me nulla stà come è
e tutto è come era
tutto è un tremendo e profondissimo sforzo dell’essere
nel nulla ch’è un fantastico ed artificiale dono dell’esistere
nulla ero nel tutto che sono sempre stata
e tutto sono nel nulla che sempre sarò.
Miry
Vorrei avere la fragilità delle mie parole
Per difenderti dalla forza della mia tenerezza
Ma tu hai la tenera forza
Che mi difende dalla mia fragile volontà.
Miriam Da Costa
Dipinto by Artes Plasticas Atelier
Miriam Da Costa
La vita senza poesia è come fosse una casa senza piante, libri e bambini , in poche parole, un corpo senz’anima.
(Miriam Da Costa)
Alcune parole non devono essere soltanto lette.
vanno soprattutto sentite.
I loro autori, non sono semplici scrittori,
sono anime benedette.
Miriam Da Costa
Con gli occhi chiusi
-folle cecità-
poca idea ho di quel che vedrò
quando li aprirò…
così sono i pensieri che mi formulo
unendo lettere…
parole…
frasi…
mai so
della loro follia
che poi verrà
concimare
quella mia.
Miriam Da Costa
Scambiando due parole con un professore universitario, o sentito questo:
-Noi professori guadagniamo poco e abbiamo poca voglia d’insegnare a tutti questi ragazzi viziati senza voglia d’apprendere.
Rimasi in silenzio a pensare.
Soltanto a pensare.
Cos’altro potevo fare?!
La cosa mi rattrista.
Tanto e non poco.
Miriam Da Costa
Creando il clima propizio per le mie evoluzioni
Spazzando via tutto il superfluo dalla mia mente
Una genesi, una eclisse e molte stagioni
Mi liberai di me in me nella ricerca senza agonia
Di un io ancora sconosciuto, forse la mia sorte
Mi tuffai in momenti di densa follia
E mi incontrai meno febbrile e molto più forte
Transitai tutti i sol , lune, stelle e astri, così tanto infinitamente
Senza indossarle, abitai in preghiere del gioco delle mie due a galoppo
Guadagnai spazi, terre magiche di proprietà permanente
Ho invaso tutto, molto prima di quel che doveva essere il dopo
Mi abituai a perdermi in altrui parole tanto mute nella mia sordità diritta
Che servivano per annegare nei versi, i miei urlanti giorni di sorda euforia
Vedendo solo disperati esseri allineati, disperatamente alienati nelle loro disperate vita
Ma mi vesti e mi truccai di me stessa, liberandomi di tutto quanto, in poesia.
Miriam Da Costa
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