Scrivere ed Essere

Diego Rivera ( mexican painter )

Diego Rivera ( mexican painter )

 
Mi sono chiesta parecchie volte
il perche di questo mio bisogno di scrivere
vorrei non saper ne leggere e ne scrivere
vorrei non aver bisogno delle parole
per esternare cosa sento o penso
e tantomeno chi sono.
 
Vorrei semplicemente essere
ed esalare la mia essenza
come un fiore
che non sa parlare
sa solo essere.Miry
*Dipinto di Diego Rivera ( mexican painter )

Liberamente Sciolta fra Versi Liberi e Sciolti

Mermaid

Mermaid

 

Liberamente sciolta

divento agonizzante

se provo

in versi liberi e sciolti

a riprendere l’origine delle cose

mi sento dentro loro e fugo

tuffandomi dentro il loro nocciolo

come un rasoio nell’aria

a tagliare il vento

che poi si lancia e si colpisce a terra

frantumando parole e profondità

non posso rimanere attaccata

alla natura come una stampa

e rapresentarla nel disegno

che di lei compongo

che di lei immagino

che di lei faccio

ma posso essere possibilità

del possibile

in me nulla stà come è

e tutto è come era

tutto è un tremendo e profondissimo sforzo dell’essere

nel nulla ch’è un fantastico ed artificiale dono dell’esistere

nulla ero nel tutto che sono sempre stata

e tutto sono nel nulla che sempre sarò.

 

Miry 

Veramente vero!

  

Scambiando due parole con un professore universitario, o sentito questo:
-Noi professori guadagniamo poco e abbiamo poca voglia d’insegnare a tutti questi ragazzi viziati senza voglia d’apprendere.
Rimasi in silenzio a pensare.
Soltanto a pensare.
Cos’altro potevo fare?!
La cosa mi rattrista.
Tanto e non poco.

Miriam Da Costa

 

Libera per la follia e folle per la libertà

 
 
 
Ho livellato il mio distacco permanente

Creando il clima propizio per le mie evoluzioni

Spazzando via tutto il superfluo dalla mia mente

Una genesi, una eclisse e molte stagioni

Mi liberai di me in me nella ricerca senza agonia

Di un io ancora sconosciuto, forse la mia sorte

Mi tuffai in momenti di densa follia

E mi incontrai meno febbrile e molto più forte

Transitai tutti i sol , lune, stelle e astri, così tanto infinitamente

Senza indossarle, abitai in preghiere del gioco delle mie due a galoppo

Guadagnai spazi, terre magiche di proprietà permanente

Ho invaso tutto, molto prima di quel che doveva essere il dopo

Mi abituai a perdermi in altrui parole tanto mute nella mia sordità diritta

Che servivano per annegare nei versi, i miei urlanti giorni di sorda euforia

Vedendo solo disperati esseri allineati, disperatamente alienati nelle loro disperate vita

Ma mi vesti e mi truccai di me stessa, liberandomi di tutto quanto, in poesia.

Miriam Da Costa