Castigami

Castigami

Castigami

Nel disgelo del tuo silenzio
Sarò rosa d’acqua
Scivolando nel tuo corpo
Lento stanco
In vallate di sudore freddo
Sdraierò il mio tempo
E nelle tue braccia
D’instante amato
Sarò fiume…
Castigami
Restistuiscimi la nebbia
Dei tuoi odori
Impregnata di sensi
Volatili vapori
Uscirò dalle tue labbra
Come parola castigo
Velata nel tuo sguardo
Di baci sedotta
Sarò foschia a gocciolare
Prodotta
In lacrima profusione
Versata in fiume
Nel tuo petto combustione
Dalla pioggia al freddo
Non dire
No
Castigami.

Miry

*Dipinto di Bruno Steinbach Silva (pittore brasiliano

Quell’uomo con il quaderno e la matita in mano

 

Sono sempre stata affascinata da quell’uomo
adoravo vederlo seduto sulla panchina
sempre con quel quaderno e matita in mano
taciturno e sereno alzava la testa
e con lo sguardo luminoso mi sorrideva
sembrava che mi fotografava
 con i suoi occhi penetranti
mi sedevo sulla sabbia a due passi da lui
e con la coda dell’occhio lo osservavo
ammiravo i raggi del sole sulla sua capigliatura corvina
il suo masculo petto abbronzato
ed il suo continuo alzare ed abassare la testa
verso quel misterioso quaderno
e verso di me
ci siamo così, silenziosamente,
amati per lungo tempo,
un giorno, sono andata in una mostra d’arte
solo allora scopri, emozionatissima,
il perche del suo continuo guardare me
e quel suo quaderno
con la mattita fra le mani
sapevo e sentivo che lui mi affascinava
tanto e non poco
ma non avevo immaginato
il quanto lui fosse affascinato da me
mi aveva disegnato tante volte
in tanti modi e posizioni.

Miry

 
Quell'uomo con il quaderno e la matita

Quell’uomo con il quaderno e la matita

 

Fra volo ed immersione…

poesia

poesia

Posa la mano vibrante del tuo sguardo
sopra l’epidermide del mio cuor
e lasciala volare
nel mio cielo

immerge lo sguardo assetato della tua lingua
nella sorgente delle mie labbra
e lascialo annegare
nel mio mare

Miry

La Mia Prima Volta Con Lui

La mia prima volta con lui

La mia prima volta con lui

 
Impossibile dimenticare la mia prima volta con lui
con il solo sguardo è riuscito a penetrarmela
dopo lunghi minuti a guardarci a distanza
avevo timore d’alzarmi e rendere nota
l’umidità che sentivo nella gonna …

Miriam Da Costa

Follie

Follie

Follie

Conosco questo tuo sguardo
A preannunciare follie
Prendi la macchina
Lascio le mutande a casa
Mi vesto di pazzia
Portami lontano
In quell’angolo di mare
Solo il cielo dovrà ascoltar
I gemiti del nostro sangue
Le grida della nostra pelle
L’urlo del nostro sudore.

Miriam Da Costa

L’abbraccio

L'abbraccio

L'abbraccio

Con lo sguardo inciso nel mio con fermezza e con quell’aria di chi mai doveva versare lacrime, di scatto mi strinse fortemente a se, immergendo gli occhi fra i miei capelli sciolti, versò un fiume di poesia annaffiandomi l’anima. Mai un balsamo fu tanto nutriente per la mia capigliatura.

Miriam Da Costa

Parte di un mio lungo racconto mai postato/pubblicato

 

 

Papà

Papà

 

… e sentivo il pulsare più forte del mio cuore,  appena sentiva il rumore del motore della sua macchina , che ancora lontana, mi permetteva di correre ad aprire il cancello del garage ed aspettarlo con la voglia di saltarlo addosso per  dirlo:

-Ti voglio tanto bene papà!

Non ho mai smesso di farlo, anche dopo aver scoperto, all’età di otto anni, che in verità (biologica) lui non era il mio padre.

Il suo sguardo  mi è sempre stato paterno.

 

Miriam Da Costa

Profana Ostaggia Di Divina Passione

 

Profana Ostaggia Di Divina Passione

Profana Ostaggia Di Divina Passione

Tua febbrile passione contagia il mio desiderio
tue mani in lacci nell’abbraccio di fuoco
mi percorrono
vallate e colline
curve e grotte
e sono pura emozione
nella scintilla del tuo sguardo
sempre di più innamorata
sono tua pazza donna al tocco
dei tuoi verdi occhi in desideri
Profonda carezza nell’istintivo amore
Tua bocca, pura malizia che godo
infiltrazione nell’epidermide
più di quanto desiderano
i miei pori in languido piacere
mi concedo in gemiti alla tua arte
che mi penetra in fantasie e poesia
sicurezza di chi mi consuma in deliri
umida respiro il tuo selvaggio odore
La sacra festività del santo padrone
che sa quel che vuole
io, devota da sempre, in profana preghiera
declamandomi versi infuocati
inginocchio davanti al divino altare
in sudore e saliva
in fuoco e passione
non bastasse l’orgasmo benedetto
non sei più santo
ma il mio dio in carne ed ossa
a predicarmi in continuo la peccaminosa beatitudine
d’essere deliberatamente ostaggio d’ardente passione
nella plenitudine che mi completa spudoratamente
santa nel tuo sudore
consacrata al tuo divino dominio.

Miriam Da Costa