L’abbraccio

L'abbraccio

L'abbraccio

Con lo sguardo inciso nel mio con fermezza e con quell’aria di chi mai doveva versare lacrime, di scatto mi strinse fortemente a se, immergendo gli occhi fra i miei capelli sciolti, versò un fiume di poesia annaffiandomi l’anima. Mai un balsamo fu tanto nutriente per la mia capigliatura.

Miriam Da Costa

* Piccolo tratto di un racconto dedicato al mio padre, il Mare.

* Piccolo tratto di un racconto dedicato al mio padre, il Mare.

* Piccolo tratto di un racconto dedicato al mio padre, il Mare.

…in quel momento mi era venuta voglia di piangere, ma non ho fatto come al solito, quando venivo afferrata dalle lacrime, non mi sono precipitata in casa a chiudermi in cameretta per soffocare la melodia del mio sacro pianto con il cuscino. Ho preso un quaderno immacolato, una penna benedetta, il mio profondo dolore e mi avviai verso la spiaggia, che in quel freddo pomeriggio era completamente deserta. Mi ero seduta sulla sabbia a guardare il mare e cominciai a versare l’oceano dell’anima sulle pagine bianche del quaderno, mentre scrivevo, mi ero dimenticata dalla voglia di piangere. Mi sentivo stranamente serena dentro il caos di quella turbolenta tempesta nella mia infanzia. Accarezzando la sabbia con i calli dell’anima e baciando la brezza con il respiro del cuore, andai incontro a quello che sarebbe stato il domani, ad un certo punto senti un richiamo, mi voltai un attimo e…lui mi guardava e con un spruzzo d’amore mi accarezzerò, fu allora che capì che lui sarebbe sempre stato lì ad aspettarmi per asciugarmi le lacrime. Lo salutai dicendo:
– Non ti preoccupare! Vado un attimo di là in cerca della mia felicità, ma tutte le volte che sarò stanca di cercarla di là… Tornerò a trovarla in te. Domani… so già che sarò qui davanti a te.

Miriam Da Costa

La Signora Anziana

La Signora Anziana

La Signora Anziana

 
Ho conosciuto un’anziana signora che aveva lo sguardo pieno di dolce saggezza di chi aveva sofferto e pianto troppo.
Ascoltava l’urlo del mondo ubriaco di prepotenza e rispondeva con melodiosi sussurri stracolmi d’umiltà.
Camminava con lenti passi sereni di chi fretta non ha mai avuto in mezzo al correre disordinato della gente disperata.
Non sapeva leggere e né scrivere ma ha saputo vivere serenamente in pace ogni pagina del grande libro chiamato vita.

Miriam Da Costa

Scioglendo i nodi

In questa notte fonda
Dove la pioggia mi suona
Melancolica melodia
Mi butto tutta nei miei versi
E’ qui che sciolgo i nodi
Ingoio il soffocare della vita
Ricordi
Che ostinamentente si fermò nella mia gola
Qui sciolgo il mio corpo teso
Provo il mio miglior sorriso
Sveglio la speranza mezza paralizzata
Che è venuta a nidificarsi in me
Libero il pianto più contenuto
Lavando gli occhi e l’anima intensamente
Nell’insistere in percorrere vecchi paesaggi
Mentre il presente scivola via
In questa solitudine ricercata
-Restauratrice compagna-
Io giocco tutto nei miei versi
Disegno ali per volare alto
Scioglendo nodi volo
Profondamente nelle montagne dell’anima
 
 
    Miriam Da Costa
 

CONFESSIONE

Sei
In ogni sogno che ho visto crescere in me
Nelle mie stranezze e follie
I nostri pensieri allineati
Ho pensato di poter trasformare
L’impossibile in realtà
Non ho mai dubitato della verità
Per desiderare i miei sogni
Accanto ai miei giorni
E se ieri ho tanto pianto
Oggi voglio sorridere
Sradicati sono i falsi e tristi ricordi
Nulla è rimasto nel lontano passato
Tutto esiste nel tuo bacio
Tutto vibra nel tuo sguardo
Che hai fatto di me con i tuoi gesti?!
Tuo corpo caldo respirando desiderio
Nelle mie mani a consegnare segreti
E quando il tramonto dippingerà i miei occhi
Sarò gabbiana tuffando senza ritorno
Nel tuo mare
Saziata nel volo che in vita
Incrocciò nel passato
Ed adesso il presente
L’orizonte del verbo amare.