Un lungooo pensiero acrostico… L’Amore Nudo Come Quando Era Venuto Al Mondo

L'Amore Nudo Come Quando Era Venuto Al Mondo

L'Amore Nudo Come Quando Era Venuto Al Mondo

L’amore ha nascosto il volto dietro un velo
A chi sempre lo ha desiderato nudo
Ma, mascherato in un triste carnevale
Oggi l’amore da noi si è nascosto
Restando cenere di tutti i giorni
E non soltanto del mercoledì

Nel giorno in cui l’amore è nato
Unendosi a noi in anima e corpo nudo
Donarsi distintamente era il suo intento
Ora è rimasta l’unione d’interesse assai in fermento

Com’era sano l’amore nudo e trasparente
Onde il sole albeggiava l’oro
Milionario sentimento che arricchiva l’esistenza
Ed anche nelle difficoltà, sempre ricchi tutti si sentivano

Quando l’amore era senza maschere
Una vita era poco, anche se con sacrifici
Adesso basta un giorno di stento ed incomprensione
Nude anime si ammucchiano in disperazione
Dentro il cesto della fatale solitudine
Onde si nascondono nei loro abiti sporchi

E dove non si copre l’intenso fetore
Ristagno dell’essenza umana in dolore
A divenire sempre più ferita sanguinante

Vestita con la sua maschera
Eterno inganno questo, che non può coprire l’olfatto sensibile
Non si può comprendere tanto masochismo e sadismo
Un vero massacro di quest’anni moderni
Tanto crudele quanto le belliche guerre del mondo
Onde non si sa chi è l’assassino e chi la vittima

Adesso si vive solo di nostalgia
L’amore vero d’altri tempi, era il pane dell’anima

Mascherato e senza costanza ne sostanza
Ora è anemia cronica nelle vene dell’anima
Nel sentiero dove la gente si è persa, là
Dove il seme dell’amore è stato inquinato e nascosto
Oggi la gente denutrita, prega ogni giorno senza fede, per la vitamina della vita.

Miriam Da Costa

 

La madre, il bambino e la fame

La fame non dorme

Ne lascia dormire il bambino

E nemmeno la madre dorme

  

Con le sue pance fameliche

Il piccolino osa dire:

“Ho tanta fame.”

E con tenerezza la chiama

“Mammina”

 

Lei rispondi con un nodo al cuore

“Dormi piccolino mio, dormi”

Ma la fame è insistente

Li divora dentro

 

Il bambino ripete la richiesta

E la madre il suo appello

Ma alla nuova richiesta del figlio

Gridano il dolore e la disperazione

“Dormi, bimbo rompi scatole, dormi”

E lui silenzia dentro le sue paure

 

Nella stanchezza dell’ inanizione

Nella debolezza delle debolezze

Dormono il sonno degli non giustiziati:

Pancia vuota e cuore in dolore

 

Loro sofferenze non fanno eco

Nella  notte del domani

Sarà tutto uguale

Per che la fame non dorme mai

Non sonnecchia e non riposa

 

E mentre la fame non dorme

E’ molto triste per me

Sapere di questa realtà

Vedere persone morire di fame

In agguato della certa morte

Sognando un piatto di cibo…

 

Miriam Da Costa